sabato 1 gennaio 2011

SALVIAMO LA COSTA AD OGNI COSTO!

Un disperato appello per riappropriarci del patrimonio costiero
DA TRANI - E’ vero, siamo nel cuore dell’inverno ed il mare e la costa forse non sono in cima ai nostri pensieri. Eppure riflettere sullo stato di salute del nostro profilo costiero non è tempo sprecato, considerato che per anni, a parere di chi scrive, il problema della situazione del litorale tranese è stato ampiamente sottovalutato e di tempo se ne è perso fin troppo.
Il tema torna questi giorni a far discutere per le dichiarazioni rilasciate a Traniweb.it dall’assessore ai Lavori Pubblici, Piero Di Savino, che dipinge una situazione talmente rosea e ottimistica che, raffrontata con la realtà, sembra quella di un paradiso balneare che manco le Maldive possono vantare. L’assessore annuncia l’inizio dei lavori di completamento per il litorale est della città (quello che va da Lungomare Mongelli alle Matinelle, per intenderci), che verranno assegnati in una gara di fine gennaio 2010 e dureranno 400 giorni: il che vuol dire che almeno per un’altra estate dovremo rinunciare a spiagge e lidi dignitosi, per lo meno da lungomare Mongelli in poi. “Alzeremo i frangiflutti di 0,50 metri sul livello del mare per contrastare il fenomeno dell’erosione e per permettere il ripascimento della sabbia, poi provvederemo alla messa in sicurezza della falesia e al completamento dell’ultima parte di fascia costiera disastrata. […] Con il completamento del litorale est concludiamo un lungo percorso avviato da questa amministrazione di centrodestra nel 2003.” [1]
Ad onor del vero, dispiace smentire l’assessore, ma gli interventi di sistemazione della falesia (il profilo roccioso della costa) furono previsti dall’amministrazione guidata da Carlo Avantario, che ottenne il finanziamento nell’ambito del “P.O.R. Puglia 2000-2006”, anche se il progetto esecutivo era redatto nel 2003, approvato l’anno seguente e aggiudicato all’asta nel 2005.
Sono dati confermati, tra l’altro, in un documento dal titolo Sistemazione del litorale ad est di Trani firmato dall’Ing. Vittoriano Picca, pubblicato sempre da Traniweb.it. Il documento ci permette di ricostruire l’evoluzione dei lavori e di fare anche alcune interessanti scoperte che, chissà perché, i media locali hanno tralasciato di riportare. Con il primo stralcio del P.O.R. si sono realizzate 5 scogliere (i cosiddetti frangiflutti)  a “sommità emersa” e altrettante a “sommità immersa”; con il secondo stralcio, invece, si sono avviati interventi di messa in sicurezza della falesia.
Nel corso dei lavori, per far fronte a nuove esigenze, intervenivano alcune perizie di variante. Nella prima di queste si rilevava come la strada contigua alla spiaggia “Matinelle” e si prevedevano lavori vari di sistemazione, di cui solo alcuni venivano posti in atto per la limitatezza delle risorse. Nella seconda perizia, si prevedeva l”’integrazione indagini archeologiche già previste nel progetto principale e sospese per esaurimento fondi nell’agosto 2006, secondo le indicazioni fornite dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici della Regione Puglia con nota del 9/3/2007”. Nel 2006, dunque, a quanto si apprende dal documento, c’erano stati dei ritrovamenti archeologici che avevano spinto la Sovrintendenza a richiedere ulteriori indagini. Certamente si tratta di qualcosa di interessante per una città cha ambisce ad essere un polo di attrazione turistica: eppure praticamente non ne si sapeva nulla. A proposito della terza perizia di variante, il documento riporta quanto emerso dagli scavi eseguiti nel 2008: “una fossa sub-rettangolare larga 2,00 m, inquadrabile nel Neolitico medio, con riempimento di ceramiche dipinte, nonché (e qui l’elemento che mi pare più interessante, nda) strutture murarie di età imperiale probabilmente riferibili all’impianto di una villa costiera”. Insomma, stiamo parlando di vasellame decorato risalente ad oltre 4000 anni fa e di una villa romana: ci rendiamo conto? Questi rinvenimenti potrebbero riscrivere la storia di Trani: roba che gli storici locali di un tempo (Piracci, Ronchi, Amorese, etc.) farebbero i salti di gioia. Ma, oggi, i cittadini non solo non sono informati dei ritrovamenti, ma rischiano concretamente di vedere il sito archeologico ricoperto da terra e sabbia, praticamente come se non fosse venuto fuori nulla. La Sovrintendenza, che  non si può dire abbia fatto un’adeguata campagna di divulgazione in proposito, si è infatti limitata a “proporre il completamento delle opere di protezione della falesia adottando sistemi che prevedano la conservazione del giacimento archeologico”. Non si prevedono dunque ulteriori campagne di scavo nelle aree circostanti. Eppure sarebbe interessante porre in relazione questi ritrovamenti con quelli emersi e che emergeranno a Capo Colonna, durante gli scavi per la realizzazione del parco archeologico che dovrebbero partire a breve (si spera!).
Sarebbe interessante, lo ribadisco, per una città che potrebbe sfruttare la vocazione turistica come motore trainante della propria economia; se poi Trani, su questo profilo, vuole accontentarsi di attrarre qualche combriccola di andriesi e coratini per mangiarsi il panzerotto in piazza Teatro, beh!, naturalmente è un altro discorso, proporzionato a diverse ambizioni.
Nella quarta perizia di variante, dopo l’ottenimento dalla Regione Puglia di un ulteriore finanziamento, si procede al completamento funzionale delle opere di intervento sulla falesia. Si spera che i nuovi lavori siano eseguiti con maggiore attenzione che in passato; chi legge si ricorderà, ovviamente, del disastroso crollo accaduto pochi mesi fa al Lido Matinelle: un giorno di pioggia e mareggiate fu sufficiente a causare il cedimento strutturale della parte del lido prospiciente il mare (leggi il post di Ottobre).
Analizzati dunque alcuni dei problemi del litorale di levante, passiamo a nord-ovest. Qui la situazione non è critica, ma drammatica, a tal punto che i cittadini tranesi hanno praticamente dimenticato di avere un lungomare anche ad ovest della città. Sarebbe troppo chiedere che una città turistica abbia due lungomari, ad est e ad ovest del porto, come più o meno tutte le città costiere del mondo? Oppure dobbiamo rassegnarci ad una litoranea dimezzata? Si dirà: è complicato riqualificare una zona che per anni è stata stuprata  dalle aziende le marmo. L’assessore Di Savino, come al solito, è ottimista: Noi comunque abbiamo iniziato a discuterne con la Regione. C’è un progetto su cui si sta ragionando ma è necessario ottenere la disponibilità dei proprietari degli opifici a trasferirsi nella zona artigianale indicata dal P.U.G.”. Chissà se nel famigerato P.U.G. e nei progetti dell’Amministrazione Comunale, la litoranea di ponente è davvero una priorità? Certo, finora, non si è visto nulla di concreto. Anzi. I recenti ritrovamenti di discariche abusive di rifiuti, di depositi di amianto (leggi il post di dicembre) descrivono una situazione di assoluto degrado. Ma al peggio non c’è mai fine: alcune oscene proposte potrebbero anche peggiorare la situazione. L’Avv. Ugo Operamolla, già Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Trani e Componente del Consiglio Nazionale Forense, per risolvere il problema dei parcheggi degli uffici Giudiziari di Trani, propone con lungimiranza “la costruzione di un autosilos che potrebbe benissimo essere edificato  nella zona alle spalle del Castello Svevo […] attigua alla vecchia Distilleria”. [2] Un’idea geniale: un mostro di cemento nel centro storico! Immaginate lo skyline di Trani dal molo di S. Nicola: l’imponente cattedrale romanica, il suggestivo maniero federiciano e l’imponente autosilos in cemento armato. Geniale!
Insomma la situazione del patrimonio costiero di Trani non è affatto rosea. Fate un confronto con le realtà limitrofe che, permettetemi di dirlo con un tocco di campanilismo, forse non hanno le nostre bellezze artistiche e storiche (ereditate da un passato ormai lontano): guardate i lidi di Barletta e il lungomare di Bisceglie. Dal punto di vista della gestione della costa solo gli andriesi ci stanno dietro: solo perché il mare non ce l’hanno; in compenso hanno una piscina comunale che, a Trani, possiamo solo sognarci in un evanescente P.U.G. dai confini incerti. Eppure le Amministrazioni Comunali che hanno gestito la Cosa Pubblica tranese negli ultimi anni hanno vantato e vantano incessantemente la nostra città come una città turistica: ripeto, le potenzialità ci sono, ma per come vengono sfruttate verrebbe da dire a questi signori “ma andate a … buttarvi a mare”.

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