sabato 15 gennaio 2011

QUESTIONE ALBERGHIERO: ANTIPATIA O INCAPACITA’?

Considerazioni sulle ultime dichiarazioni in merito alla vicenda

DA TRANI - La “questione alberghiero” anima ancora il dibattito nel mondo politico tranese, che, a quanto pare, non ha nient’altro su cui discutere. L’intervento che, ovviamente, ha fatto più scalpore è quello del sindaco Giuseppe Tarantini il quale, in una lettera al Presidente della regione Puglia Nichi Vendola [1], sottolinea come sia stata attuata una politica anti-Trani da parte della sua giunta (che ha stoppato l’istituzione dell’alberghiero), e non solo in merito a codesta questione. Nella lettera Tarantini rivendica ancora una volta la peculiarità di polo turistico di Trani, ideale per ospitare un nuovo istituto, e si chiede se da parte di Vendola ci sia una sorta di antipatia nei confronti della nostra città. Siamo al grottesco. Com’è possibile che Vendola, molto spesso presente a Trani, in manifestazioni politiche e culturali, che in queste sedi non perde mai un’occasione per lodare le bellezze della nostra città, e che dalla nostra cittadinanza ha sempre avuto soddisfacenti risposte nelle tornate elettorali degli ultimi anni, possa provare così tanto astio da negare l’istituzione dell’alberghiero a Trani? Non sarà mica che la Giunta Regionale pugliese (a cui spetta l’ultima parola in queste occasioni) abbia valutato ogni aspetto e sia giunta a questa conclusione, considerati anche i continui tagli ai fondi scolastici messi in atto dal governo (di cui quasi mai si parla)? Inoltre l’antipatia, tanto enfatizzata dagli esponenti del centro destra tranese, non dovrebbe essere dovuta al diverso colore politico delle due amministrazioni, se è vero che città come Andria e come le stesse Margherita di Savoia e Molfetta, direttamente toccate da questo tema, e amministrate da giunte di centro destra, riescono a farsi rispettare in Consiglio Regionale, ottenendo risposte positive alla maggior parte delle loro richieste.
E allora qual è la vera motivazione? Qualcuno, come il consigliere comunale tranese  Dino Marinaro (Fli), arriva alla tesi che l’antipatia provata da Vendola non sarebbe nei confronti della città, ma bensì nei confronti dello stesso Tarantini. Il pensiero espresso da Marinaro sarebbe, a suo dire, quello della maggior parte della cittadinanza [2]. Ma su cosa si fondano queste gravi accuse? Le definiamo tali perché sarebbe davvero deprecabile amministrare qualsiasi ente basandosi su personalismi, atti a favorire qualcuno, sfavorendo altri. Se davvero fosse questo il motivo di tale astio, come mai i politici tranesi, o chi per loro, non denunciano questo comportamento? La verità è che in sede di Consiglio Regionale non è presente alcun esponente tranese, che sia di maggioranza o di opposizione. Una città, capoluogo di provincia, per niente rappresentata e con nessuna possibilità di essere salvaguardata in occasioni come queste. Nessun partito politico cittadino è stato in grado di presentare opportuni candidati da portare in Regione, oppure nessuno di quelli presentati è stato in grado di convincere l’elettorato, evitando una distribuzione tanto uniforme di voti da non portare alcun candidato oltre il quorum necessario per la sua elezione.
La situazione in Regione è, quindi, resa leggermente più complicata dall’assenza di rappresentanti politici tranesi; ma visti i risultati ottenuti dalla nostra città in merito ad uffici ed enti, in Provincia non va molto meglio. Trani non è stata mai protagonista delle discussioni riguardanti la scelta delle sedi degli uffici provinciali più importanti, conseguenza del fatto che c’è stata una totale assenza di iniziative politiche atte ad ottenerli. Eppure in Consiglio Provinciale vi sono ben 5 tranesi, di cui 4 di maggioranza. Questi deludenti risultati dimostrano come anche in sede provinciale Trani non ha tutta questa importanza, ma nessuno parla di antipatie o favoritismi.
I nostri amministrazioni dovrebbero rendersi conto della loro incapacità di rappresentare coloro che li hanno scelti per far si che Trani possa ricoprire un ruolo importante, ancor di più in veste di co-capoluogo. E invece si limitano a criticare e scaricare la colpa dei loro insuccessi su coloro che si interpongono sulla loro strada, sbraitando e sbandierando antipatie di ogni genere.
Questa è la politica in Italia, Paese dove a nessuno conviene remare fianco a fianco nell’interesse dei cittadini: l’importante è guadagnarsi la pagnotta, il resto conta poco.



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