venerdì 3 dicembre 2010

TOPI DA BIBLIOTECA E NON SOLO

Emergenza igienico-sanitaria a Palazzo Vischi

DA TRANI – A beneficio di chi non se lo ricorda e di chi non l’ha mai saputo, Palazzo Vischi è quell’edificio che si affaccia su Piazza Campo dei Longobardi e su Via Nicola Vischi (qui vi era, un tempo, la facciata principale). Costruito dalla famiglia Palagano nel ‘400 e rimaneggiato dalla famiglia Vischi nel XVIII secolo, questo edificio torna periodicamente a far parlare di sé, soprattutto perché la sua storia si intreccia con quella (infinita!) della Biblioteca Comunale di Trani che in un’ala di questo palazzo, di proprietà del Comune, ha avuto sede fino al 1994 (quando è stata dichiarata inagibile). In un recente articolo apparso su traniweb.it il 2 dicembre 2010 si denuncia come “i locali comunali della ex biblioteca […] sono diventati un cimitero di animali e di gatti in particolare. Gatti morti, pulci e zecche fra volumi e scaffali rimasti in giacenza in quell’ala del palazzo, ormai pericolante.” [1]
Ma questa non è certo una novità: il 23 luglio 2010, in seguito alla segnalazione del consigliere comunale Pd, Mimmo De Laurentis, e di alcuni residenti nella zona, l’Amiu aveva effettuato una disinfestazione straordinaria da pulci a Palazzo Vischi con il coordinamento dell’Assessore all’Ambiente, Pina Chiarello, del comandante della Polizia locale, Antonio Modugno, e naturalmente del presidente dell’Amiu, Francesco Sotero. [2] Stando a quanto riportato da traniweb.it nell’operazione sarebbe intervenuta anche una ditta esterna per un ammontare totale dei costi dell’intervento di circa 4000 €. L’operazione tuttavia non doveva essere stata efficace al 100% se il 4 Agosto, solo una settimana dopo, l’amministratore del condominio adiacente al palazzo, Matteo Lettini, si trovava costretto a fare un esposto all’ASL, denunciando una situazione invariata di assoluto degrado dovuta alla “carente situazione igienica” della piazza antistante e alla “notevole presenza di pulci che sono diffuse anche dai gatti randagi che entrano nell’immobile ex-biblioteca attraverso una finestra aperta e rotta oltre che dalla schiusura delle uova”. Lettini sottolineava anche come non fosse “una bella pubblicità per Trani <<città turistica>> leggere sui giornali che ci sono le pulci a Trani, ma quelle che succhiano il sangue sotto gli indumenti intimi e non quelle del mercatino”. [3] E allora, l’1 settembre toccava ancora a Francesco Sotero, in collaborazione con il Comando di Polizia locale, impegnarsi in una “operazione straordinaria di pulizia del territorio comunale” e, come il pifferaio magico della fiaba, “ripulire quella zona dalle pulci, dai topi, dagli insetti”. “Alla fine del percorso tutta Trani sarà stata ripulita da cima a fondo prometteva, infine, Sotero [4]. Ma al 2 dicembre, stando a quanto riportato dal sito web tranese, il problema torna a presentarsi in tutta la sua gravità.
La situazione drammatica e le condizioni pietose in cui versa l’edificio sono però legati alla sua storia recente che cercheremo di riassumere brevemente. Già nel febbraio 2000, Pasquale De Toma, in Consiglio Comunale, riferiva “di aver compiuto un sopralluogo a Palazzo Vischi e di averne constatato la totale instabilità della struttura. In altre parole, rischio di crollo, con le inimmaginabili conseguenze dell'inestimabile patrimonio cartaceo in esso custodito.” [5] Eh si, perché dal 1994 non sono mai stati trasferiti nella nuova sede della Biblioteca Comunale circa 3000 libri della sezione storia (di cui è facile ipotizzare l’elevato valore, vista l’antica origine della nostra Biblioteca), oltre ad alcuni quadri. Alla fine del 2006, il commissario straordinario Angelo Trovato (la città era stata in quei mesi commissariata) decideva la messa all’asta dell’ala comunale del Palazzo Vischi “nell'urgenza di reperire i fondi per pagare i debiti fuori bilancio (1.300.000,00 €, eredità della precedente amministrazione Tarantini) e nell'assenza di valide alternative”. [6] Le polemiche bipartisan, con tanto di raccolta di firme da parte di Andrea Catino dell’Udc, accesero il Natale tranese di quell’anno. Fortunatamente, l’alienazione del bene fu bloccata dall’intervento della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari, a causa della presenza nell’androne dell’edificio di un’antica misteriosa bifora. [7] Eh si, questo sono davvero in pochi a ricordarselo: nel cortile di Palazzo Vischi si trova collocata una bifora trilobata, nota come “Finestra Ciardi” (vedi foto, tratta da [8]), che è quanto resta della Casa del Rabbino, un edificio medievale demolito nel secolo scorso per far posto all’attuale piazzetta Scolanova (uno dei tanti esempi dell’incuria e dell’ignoranza delle amministrazioni tranesi), che secondo alcune ipotesi potrebbe essere appartenuto ai De Boctunis, un’importante famiglia tranese ebrea. Ma non è finita: il 30 ottobre 2007, il consigliere comunale Fabrizio Ferrante dichiarava “Ci sono alcuni beni che per la terza volta non sono stati venduti (Palazzo Vischi) e cosi' ora ci si trova con un mancato introito di 4.100.000,00 €”. [9] Lo stesso Ferrante il 27 Novembre 2007 aggiungeva “La confusione regna sovrana visto che nell'ultimo Consiglio vi era una proposta di delibera, poi ritirata, con la quale si sarebbe voluto cedere ad una fondazione, a titolo gratuito, palazzo Vischi che invece formalmente risultava ancora in vendita”. [10] Ed effettivamente il 17 Giugno 2008 il proposito dell’Amministrazione comunale giungeva a compimento: si decideva la destinazione di Palazzo Vischi a sede della fondazione “Ida Grecca del Carretto, sodalizio nato nel lontano 2005 le cui quote appartengono per il 51% al Comune e per il restante 49% a soci privati. [11] A parte la discutibilità della scelta di affidare quell’edificio ad una fondazione di privati con l’obiettivo essenziale di “tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico del territorio locale”[12] (obiettivo che il Comune potrebbe e dovrebbe perseguire anche eventualmente senza il ricorso a privati), appare sconcertante come di quella vicenda non si sappia praticamente più nulla.
Tutta la questione di Palazzo Vischi meriterebbe certamente più di una riflessione sul valore che a Trani si dà alla cultura tout court: spesso, più che interventi sostanziali, si ha l’impressione che si pongano in atto spot e slogan. Venerdì 8 ottobre 2010, per esempio, si teneva nella nuova sede della Biblioteca la cerimonia di intitolazione della “Sala Benedetto Ronchi: nell’occasione grandi luminari ed esponenti politici si profondevano in un elogio a ciò che è stato fatto per valorizzare il patrimonio artistico e culturale di Trani, cogliendo l’occasione per ricordare la figura del noto scrittore tranese. [13] Chissà cosa avrebbe pensato di questa vicenda lui, Benedetto Ronchi, che della Biblioteca (quando ancora aveva sede a Palazzo Vischi) fu direttore dal 1952 al 1975?


[8] M. Ladogana, “Trani com’era … Trani com’è”, Ed. Landriscina, 1998




 
 

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