Il mondo dell’informazione sulla vicenda di Avetrana
DALL'ITALIA - Sciacallaggio mediatico. Il termine più appropriato per descrivere la situazione creatasi intorno alla vicenda dell'omicidio di Sarah Scazzi. Il delitto, infatti, ha creato tutti i presupposti utili ai mass-media per dar sfogo alla loro, chiamiamola così, 'dipendenza da prima pagina'. Questa necessità, legittima per certi versi, ha portato alla strumentalizzazione della notizia: ogni occasione è utile per mettere in piedi talk-show, programmi di approfondimento o riempire pagine di giornali.

Partecipano anche carovane di opinionisti e psichiatri, quotidianamente presenti in ogni programma televisivo che tratti l'argomento, giudicando, incolpando e massacrando il malcapitato di turno e, ovviamente, disintegrando l'immagine di una persona, anche se è quella di un assassino: la privacy ed il buoncostume è un concetto diventato ormai troppo antiquato.
Un altro mezzo di comunicazione che si è imbattuto carovana di notizie, giudizi e sentenze è il web: la 'terra di nessuno', luogo dove tutti possono dare la propria opinione, esprimere il proprio pensiero, 'postare' il proprio commento. Qui, invece, è il cittadino, il popolo, la massa che cerca di esorcizzare le proprie paure attraverso il 'pettegolezzo', l'indignazione o la sentenza nei confronti dei protagonisti della drammatica vicenda di Avetrana. La massa, però, è anche curiosa. Il bombardamento mediatico ha portato il pubblico ad avere l'esigenza di esplorare i luoghi della vicenda. Un'esigenza che porta le persone ad organizzare gite o 'scampagnate' ad Avetrana o sul luogo del ritrovamento del cadavere. Ma non è la prima volta il pubblico ha questa reazione; essa è scaturita ogni volta che accade qualcosa eclatante e, soprattutto, sconcertante: un esempio è la casa degli orrori di Ed Gein, noto serial killer statunitense degli anni '70: la ditta incaricata di mettere all'asta i suoi beni fiuta l'affare e organizza visite guidate alla casa del massacro al prezzo di mezzo dollaro a persona; i cittadini si stancando presto di quello sfruttamento che ruota attorno al paesino Plainfield e qualcuno da fuoco alla fattoria di Ed Gein.[1].
Il ruolo dell'informazione è dare il giusto peso alle cose, offrendo le notizie al pubblico in maniera adeguata e più obiettiva possibile; mentre lo sciacallaggio mediatico è 'business', è solo un modo per fare soldi. Questi, però, non portano la felicità ma fanno in modo che l'informazione abbia quel riscontro economico indispensabile per andare avanti: il problema è sapere dove fermarsi.
[1]. C. LUCARELLI, M. PICOZZI, Serial killer. Storie di ossessione omicida, Mondadori, Milano 2004
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