sabato 13 novembre 2010

QUANDO PIOVE E TIRA VENTO... AL SOTTOPASSO STAI ATTENTO

Basta un giorno di pioggia e Trani va in tilt
 



DA TRANI - Le intense piogge delle scorse settimane hanno creato seri problemi in tutta Italia; le città italiane hanno dovuto far fronte ad allagamenti e disagi alla viabilità.
A Trani non potevano mancare casi analoghi: sulla nostra città, infatti, negli ultimi tempi è caduta una enorme quantità d'acqua. Sopratutto nella giornata del 2 novembre (in cui sono caduti circa 80 mm di pioggia in poche ore, dato che spesso si registra in un mese in autunno), questa ha provocato gravi disagi ai cittadini e seri danni alle colture. Molto scalpore hanno creato, in città, gli allagamenti di varie strade, più o meno importanti (anche se lo stato in cui si trovano gran parte di esse le pone tutte sullo stesso piano), delle campagne nelle zone periferiche della città, dei tre sottopassaggi presenti in paese (in via Torrente Antico, a Pozzo piano e in via Giuliani) e, addirittura, della biblioteca comunale “G.Bovio”.
La situazione verificatasi al Campo Santo, pieno zeppo di gente data la ricorrenza, è stata la più grave, poiché ha messo a serio rischio l'incolumità dei presenti, sopratutto anziani, soccorsi dai vigili e da alcuni volontari. L'allagamento ha riguardato la Chiesa Madre, in cui non è stato possibile celebrare la Messa prevista, e molti dei viali, trasformati in veri e propri fiumi in piena, attraversabili solo su improvvisati pontili creati con le panche prelevate dalle cappelle. Il degrado in cui versa il cimitero a Trani, su cui è in corso un processo giudiziario a carico di un gran numero di imputati, ha sicuramente favorito l'allagamento: da tempo, infatti, non si vedeva una cosa simile. Ripulire i viali frequentemente dai residui di piante, fiori e quant'altro è essenziale per scongiurare allagamenti di così grandi entità, favoriti anche dalle pessime condizioni in cui versano le caditoie per il deflusso delle acque piovane.[1]
Tuttavia, le maggiori polemiche si sono scatenate nel caso dei sottopassaggi, sopratutto quelli di più moderna realizzazione. Se, infatti, si possono tollerare allagamenti del sottovia del Torrente Antico, sia per la sua vetustà, sia perchè situato nei pressi di marmerie e terreni agricoli, da cui proviene grande quantità di materiale grossolano che, trasportato da pioggia e vento, va ad intasare i tombini, è inaccettabile la situazione venutasi a creare sotto i più moderni impianti.[2]
In questo post verrà esaminato in particolare il caso del sottopassaggio di Pozzo Piano, anche perchè ciò che si andrà a scrivere per questo è facilmente adattabile anche alla struttura in via Giuliani.
Costruito per sostituire il vecchio “ponticello”, il quale era divenuto negli ultimi tempi molto pericoloso, sia per la viabilità (in zona è presente lo svincolo della SS 16bis), sia per gli allagamenti frequenti, il suddetto sottovia in pochi anni di vita ha già creato già molti disagi. L'opera è stata realizzata, ovviamente, con soldi pubblici, ma anche grazie ai finanziamenti delle Ferrovie dello Stato (essendo sottostante la linea ferroviaria) ed è stata definita, al momento dell'inaugurazione, fiore all'occhiello nell'ambito delle opere civili fatte realizzare dall'Amministrazione Comunale. Nessuno avrebbe potuto immaginare di assistere a scene del tipo di quelle documentate, su tutti i siti di informazione cittadini, dalle tante fotografie, scattate dai residenti nella zona.[3] Il livello dell'acqua nel sottovia ha raggiunto, infatti, un altezza incredibile e questo si è trasformato in breve tempo in vero e proprio corso d'acqua navigabile. Un paio di auto e un camion sono rimasti bloccati nel vano tentativo di passare da una parte all'altra della struttura. Certo un po' di buon senso avrebbe fatto desistere gli automobilisti dall'avventurarsi lì sotto, ma è anche vero che i controlli delle forze dell'ordine sono stati quasi del tutto assenti. Molte delle testimonianze raccolte dalle testate giornalistiche denunciano il fatto che, dopo essere intervenuti per soccorrere gli impavidi automobilisti, i vigili hanno posizionato delle transenne ai due imbocchi del sottovia e, allontanandosi, hanno abbandonato le auto e il camion in panne, forse (chissà?) lasciandoli come “esempi” da non imitare. Certo le situazioni critiche in città in quelle ore erano parecchie e c'è da lodare comunque la macchina dei soccorsi (forse formata da troppo pochi uomini per una città come Trani?), ma lasciare incontrollata la zona, tra l'altro sempre abbastanza trafficata, è come minimo avventato. Ma perchè un solo giorno di pioggia ha provocato tutti questi problemi?
Innanzitutto c'è da dire che la violenza degli acquazzoni, concentrati in poche ore, sicuramente ha favorito e accelerato il collasso; tuttavia resta comunque assurdo il fatto che opere così moderne, che dovrebbero essere realizzate con tecnologie all'avanguardia, si allaghino, come se nelle vicinanze fosse presente un fiume in piena. Ci si chiede, a questo punto, cosa sarebbe successo se nei dintorni della nostra città fossero stati presenti corsi d'acqua: scene come quelle viste a Trani siamo abituati a vederle nelle immagini in tv, riguardanti paesi di montagna, colpiti da straripamenti di fiumi e torrenti. Ma a Trani, città in pianura, in cui sono del tutto assenti corsi d'acqua, tutto ciò è inaccettabile.
In queste occasioni le caditoie della fogna bianca per il deflusso delle acque piovane assumono un ruolo fondamentale. Nei pressi del sottopasso in questione sono presenti delle canaline, poste trasversalmente all'asse stradale, una ad una distanza di circa 150 m, l'altra a circa 50 m dal sottopassaggio; inoltre una di queste è presente su ciascuna delle altre strade confluenti. Tutte queste sono le prime ad intercettare le acque provenienti dalle sedi stradali, tra l'altro confluenti in discesa, verso la depressione del piano campagna in cui è presente l'opera. La zona, infatti, un tempo raccoglieva le acque provenienti dalle campagne e dalla vicina Corato. Se le canaline suddette paiono ben poste e funzionanti, perplessità nutre la disposizione di un numero molto esiguo di pozzetti nella parte direttamente sottostante la struttura. I pochi pozzetti presenti sono insufficienti per raccogliere l'enorme portata d'acqua caduta. Se aggiungiamo, poi, che questi, il più delle volte, risultano otturati da materiali vari, il collasso è servito. Proprio sull'intasamento delle caditoie è stato puntato il dito dalle istituzioni: la presenza dei vicini cantieri delle ville in costruzione nella zona da cui provengono polveri e materiali di risulta avrebbe favorito l'intasamento. Questo sicuramente è insindacabile, ma ci sono alcune questioni da chiarire. La prima è che alla fine di ottobre eventi meteorologici simili avevano già provocato un allagamento del sottopasso; seguirono, il giorno seguente, lavori di spurgo, pulizia e ampliamento delle caditoie. Nell'ispezione effettuata, le caditoie risultarono, secondo l'assessore ai lavori pubblici Pietro Di Savino, completamente intasate. Grande risalto era stato dato al tempestivo intervento dei tecnici del Comune.[4] [5] Ma è stato tutto inutile: l'intervento, infatti, è risultato pressoché insufficiente, vista la situazione verificatasi solo una quindicina di giorni dopo. Un paio di domande sorgono spontanee: visto il numero esiguo di caditoie presenti, perchè non si provvede a una manutenzione più frequente delle griglie? Come mai non si predispone la realizzazione di nuove caditoie, per ovviare all' errore commesso in fase progettuale?
Ma è noto, a Trani, come in tutta Italia, prevenire accadimenti del genere non sembra rientrare nei pensieri dei nostri amministartori; meglio risolvere a seguito del danno, magari spendendo più soldi di quelli che invece occorrerebbero se solo si prevenisse.
Una seconda questione è stata sollevata, come riporta il sito infonews.it, dal Circolo Vaso di Pandora, che denucia come poche ore prima dell'alluvione sulla strada che porta a Capirro si poteva notare la presenza di grandi quantità di aghi caduti nella notte dagli alberi di pino: si poteva, forse, rimuoverli tempestivamente per evitare che andassero, poi, ad ostruire anch'essi le caditoie? Il Circolo solleva dubbi anche sull'efficienza delle pompe di sollevamento e, inoltre, sospende “ogni giudizio circa la corretta pendenza del sottopasso che si trasforma in una piscina “coperta”, cosa che andava verificata ed eventualmente corretta”. [6]
Ma non è finita qui. Cittadini infuriati per i disagi provocati dagli allagamenti hanno denunciato a traniweb.it altre stranezze, come ad esempio quella riguardante il lavoro degli operatori ecologici, i quali ultimamente “non raccolgono più l'immondizia ma la spostano sui lati della strada dove chissà quando passerà la spazzatrice a ripulire. E così quell'immondizia, quegli aghi di pino e quant'altro finiscono nelle miserabili caditoie.” [3] In effetti, girando per le strade la mattina si nota ai bordi di esse cumuli di foglie, carte e quant'altro, in attesa di essere raccolti dalle spazzatrici. Oltre a ritenere le montagnette di rifiuti uno spettacolo indecoroso ci si chiede per quale motivo gli operatori dell'Amiu non raccolgono più ciò che radunano sul ciglio della strada.
Per fortuna in quest'ultimo periodo il tempo ci sta riservando giornate asciutte e per niente piovose: non ci resta che attendere che siano predisposti seri interventi, sia nei pressi dei sottopassaggi in questione, sia lungo le strade groviera della nostra città, sperando che eventi del genere non portino in futuro a conseguenze ben più gravi. La cittadinanza è stufa di dover ascoltare giustificazioni varie da parte di chi ci governa, di chi dovrebbe provvedere alla sicurezza della gente. Non basta più pronunciare frasi retoriche del tipo “è una situazione straordinaria che ha vanificato la nostra prevenzione... è una condizione meteorologica anomala, che sta creando problemi ben più seri in altre zone della Puglia...[parole del sindaco Giuseppe Tarantini, ndr]”. [7] Bisogna assumersi la responsabilità di attuare piani concreti di intervento e ricordare ai nostri amministratori che prevenire è meglio che curare. E si sa che molto spesso curare costa molto di più che prevenire per tempo.



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