domenica 28 novembre 2010

RIFORMA GELMINI.....ZERO E LODE!!!!

Proteste in tutt'Italia, ma il ministro è ancora in trincea.

DALL'ITALIA - Immagina di andare a cena a casa di un tuo amico, di entrare e trovare altri 10 invitati. Cosa ti accomuna? Beh, è molto semplice: il fatto che tutti mangerete ciò che cucinerà il tuo amico, d'ora in poi chiamato “Amicofrizt”. Ti dicono che il cuoco non è un fenomeno in cucina, ma per te è un dettaglio inutile perchè sei un tipo che non giudica a priori. Ecco che arriva l'Amicofritz e dice: <<Ragazzi buonasera, stasera mangiamo penne al pesto!>>. Tra gli altri invitati, però, senti dei mugugni, a molti non va a genio, a molti non piace, a te il pesto crea una reazione allergica. Allora si alza un voce che dice: <<Gnocchi al sugo, noi sappiamo farli e abbiamo anche gli ingredienti!!!>>. Al che il padrone di casa esclama: <<E no! Si mangia pasta al pesto, punto e basta! E non mi venite a dire che siete allergici al pesto perchè non mi interessa proprio!!!>>.
Tu cosa avresti fatto? Avresti obbedito e mangiato pasta al pesto provocando al tuo corpo una reazione allergica?
Bene, ora immagina che tu sia uno studente, che gli altri invitati siano studenti ricercatori, professori e assegnisti, che la pasta al pesto sia la “riforma Gelmini”, che gli gnocchi siano una proposta alternativa alla riforma e che il padrone di casa sia il ministro Gelmini.
Forse con questa modalità, o meglio, con questo gioco di ruoli è più facile capire il perchè la protesta delle università sia così accesa. Certo la violenza non bisogna mai usarla, siamo d'accordo. Ma sono mesi che si protesta e sono mesi che il ministro Gelmini fa l'orecchio da mercante. Dopo manifestazioni su manifestazioni, i ragazzi, che stanno vedendo il loro futuro andare in fumo, non sanno più che pesci prendere e quindi alzano sempre più la voce per farsi sentire meglio. Ma la violenza è comunque da condannare senza ombra di dubbio.
Certo, è anche vero che non si spiega quale idea di democrazia abbia il ministro della Pubblica Istruzione: se si fa una riforma che riguarda le Università e questa riforma non viene accettata, anzi, viene contestata da tutti gli Atenei e in tuta Italia per mesi, magari, forse, democraticamente si strappa la riforma e se ne fa un'altra. Non si continua ostinatamente con l'irritante motto del “questi studenti sono stati monopolizzati dalla sinistra”[1]

Ma quali sono i punti della discordia? Contratti a tempo, membri esterni nella governance, incertezza sulle risorse, i precari in cattedra, i criteri dei fondi e le regole dei concorsi [2 , per approfondire]
E gli studenti, i ricercatori e professori, scendono in piazza, effettuando blitz nei luoghi simbolo d'Italia e man mano la protesta cresce. Occupati Torre di Pisa, Colosseo, Mole Antonelliana, Sant'Antonio a Padova, e San Marco a Venezia. Migliaia a Montecitorio, cariche a Firenze, Bologna e Torino.  [3]
La protesta più accesa si è avuta a Roma dove alcuni studenti, nel corso della manifestazione, hanno superato le barriere di sicurezza, tentando di entrare a Palazzo Madama, sede del Senato, ma sono stati allontanati dalle forze dell'ordine, che hanno chiuso il portone. Durante l'invasione dell'atrio, una persona ha accusato un malore e i ragazzi sono stati trascinati e respinti all'esterno. Fuori da Palazzo Madama c'è stato lancio di fumogeni e uova contro il portone. Il corteo si è diretto, poi, a palazzo Grazioli. "Dimissioni, andate a casa", hanno urlato gli studenti, bloccati a pochi metri dall'edificio dal cordone della polizia in tenuta anti-sommossa.[3.a]

A Bari, in questi giorni, non ci sono stati scontri ma ci sono state proteste: l'Ateneo ha esposto sulla sua facciata drappi neri in segno di lutto con uno striscione con scritto “privati della giustizia”. Una “catena umana” composta da circa 300 tra studenti, docenti e ricercatori universitari, ha percorso il quadrilatero dell'Ateneo dove si è svolta un'assemblea improvvisata, in piazza Umberto, davanti all'ingresso principale dell'Università, alla quale ha preso parte anche l'assessore regionale per il Diritto allo Studio, Alba Sasso; mentre nel pomeriggio nella facoltà di Lettere i professori e i ricercatori hanno indossato una coccarda in segno di lutto durante le sedute di laurea. Al politecnico barese, invece, la facoltà di Ingegneria è stata occupata dall'alba, in particolare due aule, un dipartimento e la presidenza.

Anche a Trani gli studenti firmano il foglio delle presenze nella giornata dello sciopero internazionale contro "gli abusi sul sapere". L'inizio della manifestazione organizzata dal "Comitato scuola pubblica Trani" è partita dal Liceo Scientifico per raggiungere Piazza della Repubblica. Nel volantino titolato "Il grande incubo" e con l'immagine di Tremonti e della Gelmini con la descrizione "Ladri di futuro", i ragazzi del Comitato scuola pubblica Trani scrivono: «Vogliamo costruire un comitato di difesa della scuola pubblica. Il governo ha predisposto a partire dalla legge n.133 (art.64, Capo II) una serie di tagli che minano le fondamenta del nostro futuro. Difendiamo la scuola, il nostro futuro e il nostro lavoro».[3. b]


E, dopo che l'opposizione sia andata sui tetti dell'Università, Bersani e Di Pietro in primis, la parte più comica la fanno, come sempre i programmi televisivi e i telegiornali. Immaginando una canzoncina da circo, quella che mettono quando entrano gli animali, ci si appresta ad elencare le migliori esibizioni: medaglia di bronzo allo scontro Gelmini-Bersani. Il ministro dice a “Mattino cinque” (che strano!!!) riferendosi a Bersani: <<Non si capisce se in veste di segretario precario del Pd, piuttosto che di studente ripetente>>. Secca la risposta di Bersani: <<Ecco i miei voti, come promesso, del corso di Filosofia, Storia del cristianesimo in cui mi sono laureato con 110 e lode» scrive online il segretario dei democratici. Invitando Mariastella Gelmini a fare la stessa cosa. Il guanto di sfida Bersani lo aveva lanciato al ministro già nell'aula di Montecitorio: «Pubblicherò su Internet tutti i voti di tutti i miei esami del mio corso di laurea. Mi aspetto che il ministro faccia altrettanto, completo di "giro turistico" a Reggio Calabria». E siamo tutti in trepidante attesa dei voti del Ministro.[4] Medaglia d'argento ad Emilio Fede, che dall'alto dei suoi anni, forse troppi, afferma dapprima che “ una società civile dovrebbe chiudere Facebook, che è una realtà delinquenziale all'origine di episodi drammatici” [5] e poi,riferendosi agli studenti che hanno tentato di entrare a Palazzo Madama, che “un popolo civile, quale noi siamo, dovrebbe intervenire e menarli perchè questi capiscono solo di essere menati”.[6] Le affermazioni di Fede sarebbero state le vincitrici di questa gara circense dell'idiozia se non vi fosse un servizio che ha meritato di diritto la medaglia d'oro: Il Tg1 delle 20 di mercoledì ha mandato in onda le immagini degli studenti in piazza. Ma la parte del video che fa vedere gli scontri (quello di maggiore impatto visivo) è in realtà un filmato dello scorso 7 luglio, quando gli aquilani protestarono a Roma. Il tg ha rettificato e si è scusato, nell'edizione del giorno dopo, per l'errore. Ma un dubbio aleggia nell'aria....se non fossero stati scoperti avrebbero fatto la rettifica?[7]


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