domenica 20 marzo 2011

IL “TESORO” DI PIAZZA LONGOBARDI (PARTE TERZA)

L’articolo su “Il giornale di Trani” e “i piccoli pesci nel mare dei grandi”
DA TRANI – La scorsa settimana il nostro blog è approdato sulle pagine de “Il Giornale di Trani”: nell’ultimo numero del 12 Marzo 2011, a pag. 3, Donato De Ceglie ha risvegliato i flebili ricordi dei cittadini sui possibili ritrovamenti archeologici che porterebbe alla luce uno scavo sotto il manto stradale di Piazza Longobardi. Approfittiamo dell’occasione per ricordare, per l’ennesima volta, la grande importanza storica dei possibili rinvenimenti: dallo scavo potrebbero emergere i fondaci longobardi, gli antichi luoghi dei mercanti lombardi medievali, e le chiese di S. Maria dell’Annunziata e di S. Toma, antiche di almeno sei secoli.
Ringraziamo naturalmente Donato De Ceglie per aver diffuso il contenuto del vecchio post riportato in questo blog (sperando che voglia diffonderlo anche in rete!), citando scrupolosamente la fonte, cosa non scontata considerati alcuni incresciosi precedenti con TraniWeb e TraniViva. Il giornalista è stato molto capace nel riportare i punti salienti della questione e le critiche sollevate da questo blog, compresi i collegamenti da noi effettuati con altre situazioni analoghe in cui non si può dire che si sia valorizzato il nostro patrimonio culturale (vedi l’antica villa romana ritrovata su Lungomare Mongelli e il degrado in cui versa Palazzo Vischi e il passaggio del cosiddetto “Fondaco dei Longobardi”). Un'unica mancanza, perdonabile certamente, è da imputargli: il giornalista non ha voluto citare, tra i collegamenti da noi proposti, la penosa tramutazione dell’antichissima chiesa di S. Antonio Abate, sotto il Fortino, in un lussuoso ristorante. Forse il giornalista non ha voluto mettere in difficoltà la testata giornalistica che riceve importanti finanziamenti pubblicitari proprio da quel ristorante, tanto da meritarne l’inserzione in prima pagina. E d’altronde il sito de “Il Giornale di Trani”, RadioBombo.com, si era occupato recentemente del suddetto ristorante senza spendere una parola di critica su quella discutibile scelta dell’Amministrazione Comunale, ma solo per tessere gli elogi dei cuochi che ci lavorano che avrebbero meritato un prezioso riconoscimento nazionale, quello di Cuoco dell’Anno 2011. [1] Tanto per fugare il campo da equivoci, en passant, nessuna colpa può essere imputata all’aggiudicatario di quella gara pubblica per l’assegnazione dell’immobile, ma la responsabilità non può che ricadere su chi indisse quella gara, ignorante del patrimonio artistico che si stava svendendo. [2]
Un altro ringraziamento lo dobbiamo ad un lettore, uno studente di archeologia, M. P., che ci scrive che “sarebbe davvero interessante magari avviare possibilmente uno scavo archeologico anche per soli volontari” e aggiunge: “mi domando poi perchè tutte queste notizie non vengano mai "fuori" oppure ben valorizzate dagli organi competenti, come può una Sovrintendenza del Ministero dei Beni culturali fregarsene altamente ...” Il lettore poi pone una domanda interessante: “noi piccoli pesci, cosa possiamo fare di concreto nel mare dei grandi?”
E’ vero, la vita per i piccoli pesci oggi, in questa  città come in Italia, non è semplice: d’altro canto, però, inutile è rassegnarsi. Meglio cercare di informarsi e di informare, diffondere le proprie piccole e parziali conoscenze agli altri, per esempio grazie alle enormi possibilità offerte oggi dal web, dalla “rete” appunto. I social network, i blog, youtube, oggi consentono di condividere informazioni con una cerchia sempre più larga di persone: ribadiamo l’invito a tutti i lettori a commentare i nostri post, a diffonderne il contenuto (se possibile, citando la fonte, grazie!), ad aggiungere il proprio contributo di conoscenze.
Il nostro lettore aggiunge che quello di Piazza Longobardinon è l'unico bene archeologico che viene scoperto e ricoperto ...” Lui e molti altri sono probabilmente a conoscenza di altri scempi archeologici compiuti a Trani: quale occasione migliore per metterne a conoscenza gli altri cittadini, se non commentare questi post. TranItaliaMondo potrebbe fare da piccola “cassa di risonanza”. Passare parola, in definitiva, è l’unica soluzione per sollecitare i pesci più grossi a mettere da parte i propri interessi per curare gli affari di tutti gli abitanti dell’ecosistema.
I piccoli pesci, quindi, per parte loro, possono cercare di nuotare nella stessa direzione, seppure contro corrente, consapevoli che, in ogni caso, il loro guizzo può essere in grado di spostare qualche piccola corrente, che può generare a sua volta turbine e gorghi più grandi, che forse riusciranno a deviare il percorso dei pesci più grossi, sperando magari che qualcuno di questi voglia unirsi a loro, seppur per un breve tratto. E, in ogni caso, il piccolo pesce non ha altra scelta se non vuole essere fagocitato: deve nuotare e, se ci riesce, deve convincere gli altri piccoli pesci a fare altrettanto, senza complessi di inferiorità, perché molti pesci che sembrano grandi sono solo pieni di aria gonfiata.

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