venerdì 11 marzo 2011

IL “TESORO” DI PIAZZA LONGOBARDI (PARTE SECONDA)

Finalmente qualcuno si occupa dei possibili scavi archeologici, ma in che modo?
DA TRANI – Buone notizie per chi ha a cuore Piazza Longobardi e quanto potrebbe celarsi sotto il suo manto stradale. Finalmente qualcuno si occupa della questione della possibilità di effettuare scavi archeologici di cui ci occupammo qualche tempo fa in un post. In quel post chiamammo all’appello Amministrazione Comunale, associazioni culturali, politici, Sovrintedenza, media locali ad intervenire in proposito con i loro mezzi e le loro potenzialità. Ebbene due media locali (o forse sarebbe meglio dire uno solo), TraniWeb e TraniViva, pare che abbiano risposto a quell’invito con due articoli.
Riepiloghiamo brevemente, a beneficio di chi non avesse letto il vecchio post, l’opportunità che potrebbero offrire i lavori di sistemazione di Piazza Longobardi: sarebbero un’ottima chance (forse l’ultima) per riscoprire sotto il manto stradale le tracce di un intero antichissimo quartiere che andò distrutto a seguito delle rappresaglie francesi del 1799. Tra ciò che potrebbe emergere potrebbero esserci addirittura i fondaci longobardi, gli antichi luoghi dei mercanti lombardi medievali, mentre è praticamente certo che si troverebbero tracce consistenti delle chiese di S. Maria dell’Annunziata e di S. Toma, antiche di almeno sei secoli.
Desideriamo anzitutto ringraziare Francesca Corraro, autrice dei due articoli, che, se non altro, ha acceso i riflettori su una vicenda che a molti cittadini tranesi era ed è tuttora ignota, prendendo … “spunto” (diciamo così) dal nostro post. Inviterei chiunque legge questo post, a commentare a margine di quell’articolo (o anche di questo post), soprattutto chi è a conoscenza di informazioni e di dettagli aggiuntivi rispetto a quanto si è già discusso. 
Un ottima notizia, dunque. La diffusione dei nostri post ci è particolarmente gradita. Il passaparola è essenziale. Ma … ci sono dei “ma”. Anzitutto, quanto costava avere la gentilezza di citare la fonte? Un piccolo link anche in coda pagina sarebbe stata cosa gradita.
E’ vero, il nostro blog non ha alcun modo di rivendicare il copyright sui propri post, ma è una questione di cortesia, di rispetto, di educazione. Soprattutto per una giovane giornalista, l’attenzione nel citare le fonti sarebbe una prerogativa ineludibile. Soprattutto quando poi non ci si limita a trarre spunti e informazioni dalla fonte ma, come in questo caso, a copiarne integralmente degli interi periodi e capoversi: comprese le frasi tra parentesi, con una tale perizia che manco i monaci amanuensi medievali (contemporanei di quei longobardi di cui si sta parlando) dovevano possedere.
Effettivamente qualche “distrazione” nella trascrizione c’è stata e non di poco conto. E questa è la seconda nota dolente. Anzitutto nell’articolo si fa riferimento esclusivamente alla chiesa dell’Annunziata senza alcun cenno all’altra chiesa, S. Toma, della quale  pure sotto la piazza dovremmo trovare qualche antica vestigia. Dell’ipotesi di ritrovare i fondaci longobardi, anch’essi ubicati in quella zona, non si dice nulla. Vi sono poi alcune inesattezze, come la frase iniziale nel trafiletto a fianco del corpo del testo su TraniViva “Il nome stesso della piazza suggerisce la presenza dei Longobardi a Trani”: non è certo il nome della piazza la prova della presenza longobarda a Trani ma i numerosi documenti oltre alle evidenze artistiche nel nostro centro storico. Anche la frase “c'era una chiesa nota a tutti come Santa Maria Annunziata” è impropria visto che il nome di una chiesa è univoco e non un nickname.
Ma non ci sono solo sviste; nell’articolo ci sono parecchie omissioni, legittime per carità, ma tali da far venire il dubbio: perché alcuni periodi sono stati copiati e altri no?
Mancano soprattutto i nostri richiami a Sovrintendenza e Amministrazione Comunale e i riferimenti critici ad altre vicende in cui questi soggetti, a nostro avviso, non sono intervenuti a vantaggio della promozione del nostro patrimonio storico e artistico (vedi il caso dell’antica Chiesa di S. Antonio Abate, sotto il fortino, divenuta un ristorante di lusso). 
Ma c’è ancora un’altra mancanza. Il senso del nostro post è stato stravolto per piegarlo evidentemente a logiche di chi, in qualche modo, appare interessato a che niente si muova intorno alla possibilità degli scavi archeologici. Dall’articolo emerge una pesante rassegnazione e anche un invito a dimenticare il tesoro che si potrebbe celare sotto il piazza: insomma, per dirla con l’autrice, a non “piangere sul cemento colato”. Innanzitutto non sappiamo se sia stato “colato il cemento” nei lavori di sistemazione degli anni ‘80: se effettivamente così fosse stato sarebbe stato un grave scempio storico e artistico e, per un giornalista, sarebbe estremamente interessante scoprire chi diresse quei lavori, chi era l’Assessore ai Lavori Pubblici allora, dov’era in quella circostanza la Sovrintendenza, cosa avrebbero da dire oggi questi soggetti a loro discolpa. Per di più è improbabile, seppure si sia fatto uso del cemento, che l’intera piazza sia stata coperta da un’enorme distesa di calcestruzzo armato: visto e considerato che, come documentato, sul luogo della piazza esisteva un intero quartiere con costruzioni di rilevante interesse storico, è possibile che oggi, da uno scavo, possano emergere tracce importanti, fondazioni, impianti murari, etc. Lo sostiene anche l’Arch. Francesca Onesti che ha commentato l’articolo. In pratica qualcosa sotto la piazza deve ancora esserci e non solo l’”anima” della chiesa dell’Annunziata. Lì sotto, lo ribadiamo, non c’è solo il “ricordo” dell’antica chiesa ma potrebbe celarsi un vero e proprio tesoro sul quale, in ogni caso, è necessario investigare; come si fa ad affermare che non c’è niente o che c’è solo cemento se non si fa uno scavo archeologico?
Viene il sospetto, a questo punto che l’articolo sia stato scritto proprio al fine di spegnere polemiche e legittime rivendicazioni dei cittadini prima ancora che queste entrino nel vivo. E d’altronde la giovane giornalista di TraniWeb potrebbe averne tutto l’interesse, visto che, sempre da articoli di RadioBombo, apprendiamo come la ragazza si identifichi tra i “giovani della destra tranese” che non credo abbiano intenzione di denunciare le mancanze dell’attuale maggioranza del Consiglio Comunale. E d’altronde è un peccato che Francesca Corraro e Raffaella Ardito, presidente della Giovane Italia di Trani e collaboratrice nella stesura dell’articolo, dimostrino nell’articolo una tale rassegnazione visto e considerato che avrebbero la possibilità di sollecitare i vertici della propria area politica ad intervenire.
Sempre da TraniWeb apprendiamo che la stessa Corraro e altri giovani esponenti della destra tranese si sarebbero attivati per l’apertura di una Web Tv, iniziativa senz’altro encomiabile. La stessa giornalista espone così la sua iniziativa “Sarà una TV rivolta tutti coloro che sono stanchi della solita informazione <<deformazione>> quotidianamente trasmessa sul piccolo schermo.” Ci sarebbe da chiedersi di chi è la responsabilità di questa “deformazione” operata dai media, ma la domanda finirebbe con l’essere retorica ed avere una risposta abbastanza scontata. Preferiamo tornare alla questione di Piazza Longobardi per invitare tutti i lettori di questo blog, qualunque sia la loro opinione politica, a non rassegnarsi a “passeggiarci sopra ma a continuare a passare parola per sollecitare chi di dovere ad un intervento tempestivo che ci permetta di riscoprire, ora o mai più, un importante tassello della millenaria storia di questa città.

1 commento:

  1. Salve, sono uno studente tranese di archeologia all'università di Bari e sono ferito nell'apprendere e sapere che quasi certamente il tutto verrà ricoperto da strati di cemento....la domanda è: noi piccoli pesci, cosa possiamo fare di concreto nel mare dei grandi? Sarebbe davvero interessante magari avviare possibilmente uno scavo archeologico anche per soli volontari (di cui io stesso ne farei parte), diretti a rigore da esperti che hanno a cuore il passato di una Trani rigogliosa e splendida....mi domando poi perchè tutte queste notizie non vengano mai "fuori" oppure ben valorizzate dagli organi competenti, come può una Sovrintendenza del Ministero dei Beni culturali fregarsene altamente...spero di avere risposte "concrete" sul da farsi, anche perchè (x conoscenze personali) non è l'unico bene archeologico che viene scoperto e ricoperto....un saluto Pellegrino Michele

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