sabato 7 maggio 2011

IL “TESORO” DI PIAZZA LONGOBARDI (PARTE QUINTA)

Chi tace acconsente … e i “cocci” sono i suoi
DA TRANI – La vita politica e culturale, a Trani, sembra il susseguirsi di slanci inaspettati e annunci improvvisi che sembrano per qualche giorno divenire un nodo cruciale per la nostra cittadina, salvo poi svanire col tempo in un vago ricordo, una questione irrisolta che chissà come è andata a finire. Un esempio di questioni rimaste in sospeso, mentre il tempo passa a cancellare i fugaci ricordi dei tranesi, è lo strano caso di Piazza Longobardi.
Ricorderete (speriamo) che qualche mese fa da questo blog, sollevammo la possibilità scavi archeologici in Piazza Longobardi, approfittando dei lavori di risistemazione della piazza, allora appena iniziati, per riscoprire sotto il manto stradale le tracce di un intero antichissimo quartiere soprattutto in relazione alle chiese di S. Maria dell’Annunziata e di S. Toma. Il dibattito cittadino parve accendersi intorno a quella questione in seguito all’intervento del 30 Marzo da parte della Soprintendenza, nella persona della dott.ssa Daniela Tanzella, che contestava l’escavazione di “diciotto buche di un metro di profondità e altrettanto larghe” e dichiarava l’intenzione di “di approfittare di questi lavori da parte del Comune per verificare cosa ci fosse realmente sotto piazza Campo dei Longobardi”. Il sindaco Giuseppe Tarantini ammetteva di essere a conoscenza del tesoro che si nasconderebbe sotto la piazza (era un “segreto di Pulcinella”, disse testualmente), ma non solo non faceva nulla per promuovere la campagna di scavo, anzi accusava la Soprintendenza di “ostruzionismo”, come se a Bari non avessero altro da fare che faro azione di disturbo sulle grandi opere pubbliche che si pongono in atto a Trani (per quale motivo, poi, non si è capito!).  
Nel frattempo, mentre sempre sul nostro blog auspicavamo l’intervento di associazioni culturali, media locali, politici interessati, cittadini attenti al nostro centro storico, sulla vicenda pare piombato un silenzio di tomba, anzi di cripta …, roba da mettere paura pure allo spensierato Pulcinella. Chi tace acconsente, evidentemente: dobbiamo dedurre che nessuno di tutti questi soggetti ha a cuore le sorti del nostro centro storico? Su tutti i media tranesi presenti in rete, la vicenda è totalmente scomparsa anzi in alcuni casi non è proprio comparsa (i tranesi che si informano da questi ultimi siti, probabilmente, leggendo qui stanno strabuzzando gli occhi, ignorando completamente di cosa stiamo parlando). Anche Radiobombo.com, e soprattutto Donato De Ceglie, che aveva per primo raccolto la nostra proposta, paiono essersi zittiti e non hanno seguito l’evolversi della vicenda. Unica piacevole eccezione a questo silenzio è stato il portale Tranilive.it dal quale abbiamo appreso come è andato a finire il famoso sopralluogo della Sovrintendenza che si doveva svolgere l’11 aprile, con riferimento al quale avevamo chiuso il nostro ultimo post sul tema. [1]
Ebbene il sopralluogo si svolse regolarmente con la partecipazione del maresciallo Zitoli dei carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio artistico, del geometra Saverio Pinto, per l’Ufficio Tecnico del Comune di Trani, e di Luigi Gramegna, responsabile del cantiere, e della dott.ssa Daniela Tanzella. Quest’ultima, al termine del sopralluogo, durato solo venti minuti, dichiarò “Non abbiamo potuto verificar nulla, ormai le sedici querce sono state piantate e le buche riempite”. Il tecnico del Comune si era difeso sostenendo che “non hanno scavato oltre i 70 cm”, che sarebbero comunque stati sufficienti alla Soprintendenza per fare le sue verifiche: da notare che da fonti comunali in precedenza si era parlato pubblicamente di scavi di 35 cm e poi di 50 cm; ora siamo giunti a 70 cm e, procedendo di questo passo, probabilmente tra qualche anno arriveremo al centro della Terra!
Gli ispettori si erano recati dunque a Palazzo di Città per esaminare alcuni documenti ed avevano concordato, infine, che in ogni caso i carabinieri del Nucleo Tutela avrebbero fatto partire indagini e che sarebbe stata addirittura coinvolta la Procura per il sospetto che ci sia stata da parte del Comune di omissione d’atti d’ufficio. Insomma, sempre da Tranilive.it del 12 Aprile, apprendevamo che si restava in attesa dell’intervento della magistratura con il rischio che il cantiere fosse messo sotto sequestro. Ovviamente, a distanza di un mese, nessuno si è dato briga di informarsi se quelle indagini si sono concluse, cosa hanno appurato, cosa si è deciso di conseguenza. Un totale disinteresse totalmente inspiegabile considerato che la vicenda pare aver acquisito una rilevanza notevole non solo per l’aspetto storico-culturale che era quello che più ci interessava. [2]
Nel frattempo però, nonostante l’incombere dell’ipotesi del sequestro del cantiere, i lavori non solo proseguono, anzi paiono subire una brusca accelerata. Il 19 aprile sono state poste le prime basole; in sostanza si sta effettuando la pavimentazione della piazza che porterebbe all’ultimazione dei lavori con largo anticipo rispetto alla data di consegna dei lavori che era prevista per il 25 agosto 2011. Una velocità impressionante che porterebbe alla conclusione dei lavori con oltre tre mesi di anticipo rispetto al previsto, prima di quelli in Piazza Quercia che erano iniziati prima: si tratta peraltro di un raffronto improprio, considerato che lì si ricostruivano anche i sottoservizi. [3] Un’accelerazione dei lavori che forse il sindaco definirebbe “veramente singolare”, come “veramente singolare” ebbe a definire l’”ansia” dei cittadini nel riscoprire un pezzo del proprio centro storico, in una conferenza stampa del 6 aprile scorso. Se quel semplice interessamento provocò allora l’evidente stizza del primo cittadino, forse si sarà placata ora che il “segreto di Pulcinella” è tornato nel cassetto dove sono riposte le cose che tutti sanno, ma evidentemente nessuno ha il coraggio di dire. [4]
Come per giustificare la tesi di una Soprintendenza “ostruzionista” e “sprecona”, il mese scorso dall’Amministrazione Comunale si tirò fuori a sorpresa l’esempio degli scavi archeologici compiuti nel 2006 a Lido Marechiaro, in cui si sarebbero rinvenuti dei presunti “cocci” di natura non precisata. Nel frattempo, anche in questo caso (dispiace sottolinearlo), non sono state forniti ulteriori dettagli su quella campagna di scavi, né alcuno ha ritenuto doveroso chiedere conto all’Amministrazione o alla Sovrintendenza in cosa siano consistiti esattamente quei ritrovamenti e su dove si trovino oggi. Evidentemente “i cocci sono i loro” e nessuno vuole disturbare.
Tornando a Piazza Longobardi, negli ultimi giorni i lavori di sistemazione del sito sono tornati a far parlare di sé in seguito alla decisione dei condomini dell’edificio adiacente a Palazzo Vischi di citare in giudizio il Comune per i danni causati dalla mancanza di manutenzione dell'ala di proprietà comunale (in piena emergenza igienico-sanitaria) [5] e soprattutto in seguito alle proteste di commercianti e residenti della zona che sono indignati per l’aspetto che assumerà la piazza. Nessun riferimento (per carità!) alla possibilità di eseguire scavi archeologici e, men che meno, al rischio di sequestro del cantiere (eventualità che farebbero probabilmente saltare completamente il progetto dei lavori). Ciò che causa indignazione, a ragione (a nostro modesto parere), è che la nuova piazza congiungerà completamente palazzo Vischi (l’ex biblioteca) con l’edificio opposto, lasciando senza sbocco le due stradine, via Campanile e via Annunziata (chissà perché si chiama così?), che collegano le due arterie del centro storico, via Mario Pagano e via Ognissanti.  Finiti i lavori, sembrerà di essere a Berlino prima della caduta del muro” riassume Dino De Marinis, vicepresidente dell'associazione Cta di Trani, che ha aggiunto “L'amministrazione ha cambiato le carte in tavola, decidendo per una chiusura drastica del sito”. Eh si, perché inizialmente i lavori prevedevano, per quanto ci è dato sapere, di lasciare aperto almeno il varco di Via Annunziata, come conferma il cartellone che descrive i lavori, a meno che il progettista non abbia lasciato disegnare quell’immagine ad un bambino. 
Secca la smentita dell’assessore ai lavori pubblici, Piero Di Savino: “Non c'è stata nessuna variazione rispetto al progetto iniziale. […] Non volevamo creare più il girotondo di auto a cui eravamo abituati. Quel sito deve essere pedonale in tutto e per tutto”. Mettiamo per un attimo da parte che l’abolizione di quello che l’assessore definisce “girotondo” costituirà un problema di viabilità non indifferente, non solo per commercianti e residenti della zona. Non si capisce per quale ragione, pure prevedendo la pedonalizzazione dell’area (ipotesi che potrebbe essere condivisibile), si renda necessaria la “chiusura” di due strade che potrebbe essere percorse solo in determinate ore della giornata, solo in determinati giorni, magari solo dai residenti o solo dai mezzi di emergenza. Ed infine, se i lavori prevedevano questa assurda configurazione dall’inizio, perché i cittadini sono stati “raggirati” con un’immagine “sbagliata” fino da ora? Dovevamo venire a conoscenza di questa bruttura solo dinanzi al fatto compiuto? [6]
Un motivo in più, insomma, per sperare che la Sovrintendenza, seppure in colpevole ritardo, abbia la possibilità di disporre scavi per restituire ai tranesi un pezzo di storia e di centro storico.

P.S. Proprio in giornata, mentre scriviamo questo post, leggiamo dai media locali sul web un comunicato scritto da Cosimo Nenna della Fds che torna a rioccuparsi del caso di Piazza Longobardi ricordando come “sotto la piazza vi siano i resti della cripta dell’antica chiesa dell’Annunziata demolita ai primi dell’800” e che nei primi anni Ottanta “quasi trent’anni fa, quando furono rifatte la pensilina e le caditoie per lo scolo delle acque, tutti i reperti venuti alla luce, in gran segreto e in fretta e furia furono raccolti e portati al Museo Diocesano, forse per evitare l’intervento proprio dell’ente che tutela i beni storici”. [7] Speriamo che anche altri soggetti vogliano contribuire a ricostruire cosa è avvenuto 30 anni fa e a sollecitare, oggi, adeguati scavi archeologici.

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